Per il prossimo Febbraio Bompiani manderà nelle nostre librerie "Twelve" dell’americano Nick McDonell, per Marzo Guanda lo farà con "La bambola di Pechino" del cinese Chen Sue mentre da Feltrinelli è stato già pubblicato "La mia migliore amica" della francese Anne-Sophie Brasme. Sono romanzi di autori giovanissimi, tra i 17 e 20 anni, i teen-ager, che nei loro paesi d’origine rappresentano dei best-seller e la cui uscita avverrà o è avvenuta anche in altre nazioni. Ancora pubblicazioni di opere di narrativa di autori molto giovani quali il napoletano Andrea Santojanni, la russa Irina Denezkina, l’inglese Guendaline Riley, sono previste per l’anno 2003 e da noi rispettivamente presso Feltrinelli, Einaudi e Fazi. Si tratta di storie di sesso, droga, ribellione, odio, violenza, morte, gli aspetti, cioè, di una vita che si svolge all’insegna dell’individualismo più sfrenato, della negazione di ogni regola o valore costituito, del nichilismo, della ricerca di effetti sensazionali, della brama di successo cercato anche per brevi istanti e tramite mezzi violenti.
Molto cinema si è già interessato, con successo, al fenomeno e molta produzione del genere è rintracciabile su Internet. Ora si aggiunge l’espressione letteraria ad opera di autori giovanissimi che, pur di nazionalità diversa, sono vicini negli intenti e nei modi. Le vicende che narrano vanno sempre oltre i limiti della verisimiglianza giacché risultano liberate da vincoli materiali e morali fino a compiacersi di riuscire orride, truculente. Riguardo allo stile in ognuna di tali opere sono rintracciabili i segni di una scrittura priva di elaborazione, immediata, d’effetto, che riflette la realtà anche volgare, triviale onde arrivare subito e facilmente ai lettori. L’età di questi è compresa tra i 25 e 30 anni ed il loro numero è ormai tale da far parlare di un vero e proprio pubblico che legge, cerca, attende le sue opere.
Il fenomeno non è limitato ma esteso in ogni parte del mondo ed osservato con notevole perplessità. I giovani interessati, autori o lettori, rientrano, per l’età, nel periodo della formazione scolastica o universitaria quando, cioè, le loro idee e convinzioni circa la letteratura, la lingua soprattutto scritta, dovrebbero essere ben diverse. E’ il loro un atteggiamento di rifiuto, di negazione di ogni passato e di tutto quanto ad esso è appartenuto, si tratti di scuola, famiglia, religione, società, in nome di un presente che considerano soltanto proprio, unico, irripetibile. Si sentono i veri protagonisti della storia: nient’altro di fronte a loro vale ora o è valso prima perché nessun confronto è possibile.
Come altre mode anche questa passerà ma notevoli danni ne conseguiranno. Nel costume, individuale e collettivo, essa immetterà pensieri, comportamenti, tendenze che continueranno a risentire di quanto ora propagandato. Per la cultura, la letteratura, l’arte si tratterà di vedere ammessi nel loro ambito ulteriori elementi di disturbo giacché la suddetta produzione indicherà e farà credere possibili altri modi di essere se non artisti almeno autori. Riguardo alla comunicazione molte saranno le acquisizioni, da parte delle lingue nazionali dei paesi interessati, di termini, espressioni provenienti dai particolari linguaggi usati in tali opere ed anche qui risulterà aggravato il già esistente stato di alterazione linguistica.
Pur a moda finita saranno, quindi, evidenti le sue conseguenze nel modo di pensare, vivere, parlare, essere, risulteranno introdotti altri elementi in un sistema già diviso tra infinite parti ma il danno maggiore consisterà nell’aver reso ancor più irrealizzabile l’aspirazione, presente oggi nell’opinione pubblica mondiale, a comporre quelle parti, a fare ordine tra loro onde poter distinguere, orientarsi in una situazione divenuta indecifrabile perché privata di punti di riferimento, della possibilità di una morale.
Molto cinema si è già interessato, con successo, al fenomeno e molta produzione del genere è rintracciabile su Internet. Ora si aggiunge l’espressione letteraria ad opera di autori giovanissimi che, pur di nazionalità diversa, sono vicini negli intenti e nei modi. Le vicende che narrano vanno sempre oltre i limiti della verisimiglianza giacché risultano liberate da vincoli materiali e morali fino a compiacersi di riuscire orride, truculente. Riguardo allo stile in ognuna di tali opere sono rintracciabili i segni di una scrittura priva di elaborazione, immediata, d’effetto, che riflette la realtà anche volgare, triviale onde arrivare subito e facilmente ai lettori. L’età di questi è compresa tra i 25 e 30 anni ed il loro numero è ormai tale da far parlare di un vero e proprio pubblico che legge, cerca, attende le sue opere.
Il fenomeno non è limitato ma esteso in ogni parte del mondo ed osservato con notevole perplessità. I giovani interessati, autori o lettori, rientrano, per l’età, nel periodo della formazione scolastica o universitaria quando, cioè, le loro idee e convinzioni circa la letteratura, la lingua soprattutto scritta, dovrebbero essere ben diverse. E’ il loro un atteggiamento di rifiuto, di negazione di ogni passato e di tutto quanto ad esso è appartenuto, si tratti di scuola, famiglia, religione, società, in nome di un presente che considerano soltanto proprio, unico, irripetibile. Si sentono i veri protagonisti della storia: nient’altro di fronte a loro vale ora o è valso prima perché nessun confronto è possibile.
Come altre mode anche questa passerà ma notevoli danni ne conseguiranno. Nel costume, individuale e collettivo, essa immetterà pensieri, comportamenti, tendenze che continueranno a risentire di quanto ora propagandato. Per la cultura, la letteratura, l’arte si tratterà di vedere ammessi nel loro ambito ulteriori elementi di disturbo giacché la suddetta produzione indicherà e farà credere possibili altri modi di essere se non artisti almeno autori. Riguardo alla comunicazione molte saranno le acquisizioni, da parte delle lingue nazionali dei paesi interessati, di termini, espressioni provenienti dai particolari linguaggi usati in tali opere ed anche qui risulterà aggravato il già esistente stato di alterazione linguistica.
Pur a moda finita saranno, quindi, evidenti le sue conseguenze nel modo di pensare, vivere, parlare, essere, risulteranno introdotti altri elementi in un sistema già diviso tra infinite parti ma il danno maggiore consisterà nell’aver reso ancor più irrealizzabile l’aspirazione, presente oggi nell’opinione pubblica mondiale, a comporre quelle parti, a fare ordine tra loro onde poter distinguere, orientarsi in una situazione divenuta indecifrabile perché privata di punti di riferimento, della possibilità di una morale.
di: Antonio Stanca
Commenti