Calabria/ Salsiccia, capocollo, soppressata e pancetta prodotti da quattro marchi venivano contraffatti. Blitz in sei regioni del Corpo Forestale
Gli uomini dei Comandi provinciali del Corpo Forestale di Reggio Calabria, Bari, Cosenza, Milano, Napoli, Perugia, Roma, Salerno e Caserta e del Nucleo Agroalimentare e Forestale (N.A.F.) dell’Ispettorato generale, hanno condotto un’operazione al fine di contrastare le contraffazioni di quattro marchi di salumi DOP di altrettanti prodotti tipici della Calabria: salsiccia, capocollo, soppressata e pancetta.
Nell’operazione sono state coinvolte 80 pattuglie del CFS, che in tre giorni hanno verificato le attività di 500 punti vendita in Calabria, Campania, Puglia, Lombardia, Umbria e Lazio. Gli uomini della Forestale, secondo quanto si apprende, hanno trovato ingenti quantitativi di salumi e insaccati calabresi falsificati nei banchi di vendita di molti supermercati o stoccati presso i magazzini di deposito, e hanno sequestrato oltre 50 quintali di prodotti di salumeria su cui erano stati apposti illegalmente marchi tutelati o che comunque evocavano indicazioni geografiche protette non veritiere.
Il Corpo forestale è riuscito a risalire ai produttori dei salumi contraffatti e ha segnalato i responsabili all’Autorità Giudiziaria per utilizzazione di marchio non veritiero e frode in commercio, reati previsti dal codice penale. Ai produttori dei salumi sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per diversi illeciti relativi all’etichettatura, alla presentazione e alla pubblicità dei prodotti alimentari per un totale complessivo di oltre 30 mila euro.
«Anche se non sono nocivi per la salute dei cittadini - si legge in una nota del Cfs - questi prodotti ingannano il consumatore perché non garantiscono la qualità che è invece assicurata dai prodotti che seguono un disciplinare preciso, come quello previsto dal Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria D.O.P. Ogni anno si riversano sul mercato migliaia di quintali di prodotti contraffatti che rappresentano un danno enorme per i produttori onesti che rispettano le regole e per tutto il settore agroalimentare. Ecco perché manteniamo alta la guardia, ribadendo la nostra promessa di tolleranza zero contro ogni forma di frode e contraffazione alimentare».
Nell’operazione sono state coinvolte 80 pattuglie del CFS, che in tre giorni hanno verificato le attività di 500 punti vendita in Calabria, Campania, Puglia, Lombardia, Umbria e Lazio. Gli uomini della Forestale, secondo quanto si apprende, hanno trovato ingenti quantitativi di salumi e insaccati calabresi falsificati nei banchi di vendita di molti supermercati o stoccati presso i magazzini di deposito, e hanno sequestrato oltre 50 quintali di prodotti di salumeria su cui erano stati apposti illegalmente marchi tutelati o che comunque evocavano indicazioni geografiche protette non veritiere.
Il Corpo forestale è riuscito a risalire ai produttori dei salumi contraffatti e ha segnalato i responsabili all’Autorità Giudiziaria per utilizzazione di marchio non veritiero e frode in commercio, reati previsti dal codice penale. Ai produttori dei salumi sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per diversi illeciti relativi all’etichettatura, alla presentazione e alla pubblicità dei prodotti alimentari per un totale complessivo di oltre 30 mila euro.
«Anche se non sono nocivi per la salute dei cittadini - si legge in una nota del Cfs - questi prodotti ingannano il consumatore perché non garantiscono la qualità che è invece assicurata dai prodotti che seguono un disciplinare preciso, come quello previsto dal Consorzio di Tutela dei Salumi di Calabria D.O.P. Ogni anno si riversano sul mercato migliaia di quintali di prodotti contraffatti che rappresentano un danno enorme per i produttori onesti che rispettano le regole e per tutto il settore agroalimentare. Ecco perché manteniamo alta la guardia, ribadendo la nostra promessa di tolleranza zero contro ogni forma di frode e contraffazione alimentare».
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