Un adolescente italiano su 5 soffre di disturbi del comportamento causati da un utilizzo eccessivo dei telefonini, di internet e delle nuove tecnologie.
Questo è il risultato di una ricerca realizzata dall'Università di Palermo su un campione di 2.200 ragazzi delle scuole superiori e pubblicata ad agosto su "Focus.it", periodico dell'Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr).
Agli adolescenti intervistati è stato sottoposto un questionario dal quale è risultato che il 22% trascorre troppo tempo davanti al computer oppure manifesta degli atteggiamenti maniacali nei confronti degli oggetti tecnologici. Il rischio è un'immersione eccessiva nel mondo virtuale con un pericoloso distacco dalla realtà.
Secondo Daniele La Barbera, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Palermo, in assenza di un intervento immediato, il disagio evidenziato dalla ricerca rischia di originare una forma di dipendenza simile a quella causata dal gioco d'azzardo, dall'alcol e dalla droga. Non è neanche sufficiente il veto da parte dei genitori, perché così si rischia di spingere i ragazzi a chiudersi ulteriormente nella loro vita digitale.
Gli apparati tecnologici diventano una finestra che si affaccia sul mondo virtuale nel quale si trascorre una vita priva di relazioni sociali. Si rimane così vittime di un "autismo digitale" dove alle persone si sostituisce la loro immagine virtuale. Proprio per questo motivo un capitolo a parte dello studio è dedicato a "Second Life", il mondo virtuale frequentato da oltre sette milioni di persone, che permette agli utenti di vivere una sorta di seconda vita.
Per gli psicologi il problema nasce nel momento in cui si confonde questa finzione con una seconda vita reale. Nei casi più gravi si deve intervenire con delle sedute di psicoterapia, ma la strategia migliore rimane il controllo e la condivisione, soprattutto da parte di genitori ed educatori.
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