Francesco Maria de Feo, marketer salernitano intervista Antonio Monizzi Team Leader di “Connecting-Managers®” durante una pausa caffè.
D: “Qual è oggi la ragion d´essere di un uomo che si occupa di marketing? A cosa deve dare risposta?”
R: “Beh come domanda iniziale non è proprio male…. Quando si dice rompere il ghiaccio… Credo però che per rispondere alla tua domanda valga la pena riflettere per qualche istante su cosa sia oggi il marketing. Trovo affascinante quanto detto in proposito da Leavitt "Il marketing è diverso dalla vendita come la chimica dall’alchimia, l’astronomia dall’astrologia, gli scacchi dalla dama". Ma al di la delle definizioni canoniche, io penso che la sostanza del Marketing stia oggi come ieri nella necessità delle aziende, delle organizzazioni, dei professionisti di affermare il proprio carattere differenziale, in sostanza la risposta alla domanda “perche io?”, ovvero perché i miei stakeholders o ‘pubblici di riferimento’, dovrebbero scegliere me, premiare la mia offerta. Potremmo dirla con un motto che ho sentito una volta citato anche da te che emerge la necessità di “distinguersi per non estinguersi”.
D: “Nella crisi che attraversiamo quali sono le priorità di cui un´azienda deve tener conto?”
R: Trovare la propria ragion d’essere dovrebbe essere il cruccio essenziale di chiunque si trovi ad agire in un contesto fortemente competitivo, tanto più in un momento di crisi, dove l’offerta sembra sopravanzare di gran lunga la domanda. Per realizzare questo intento è necessario riflettere a fondo e con dovizia di particolari sul processo di missione-visione-obiettivi che sta al centro dell’elaborato strategico di un piano di marketing. Nella definizione di questa triade però non si può prescindere dall’esistenza di un prodotto e/o servizio che sia frutto di competenza, coerenza e costanza…. Insomma il modello che io ho battezzato come il modello del manager co.co.co, che evidenzia la mancanza di certezze incrollabili che è caratteristica della nostra epoca della nostra società.
D: “Cosa si intende per rapporto "maieutico" nella ricezione dei segnali dell´ambiente in cui il marketer vive ed opera?”
R: “Curiosità, vivacità e voracità intellettuale, passione per l’altro e per gli altri, buona predisposizione nei confronti del virtuale, apertura mentale, tanta tanta creatività e una discreta dose di olio di gomito…. questi sono alcuni requisiti salienti per tratteggiare il ritratto del marketer contemporaneo, non un tuttologo, si badi bene, ma uno specialista che si rende conto di agire sempre di più in un contesto…. Che sarebbe meglio definire un iper contesto. In comunicazione si dice che chi domanda-comanda, ma anche, e di questo si parla meno, chi ascolta- guida, in questo piccolo assioma mi pare ci sia una risposta sensata alla tua domanda”.
D: “Che direzione sta prendendo il marketing? Si sta evolvendo? Se si in quale direzione?”
R: “Panta rei… tutto scorre…. Ovvero non ci si bagna mai nello stesso fiume. Tutto cambia pare essere l’unica certezza in un mondo senza più paradigmi di riferimento stabili e ripetitivi. Anche il marketing si deve interfacciare con questo stato delle cose, stiamo andando sempre più spediti verso un rapporto paritario tra aziende e consumatori; parafrasando Fabris si può parlare oggi di consumATTORE, ma anche di consumAUTORE….in sostanza il consumatoRE che guida il rapporto tra sè e l’azienda. La funzione del marketer, ed attraverso di lui del marketing, è quella di sviluppare il senso dell’ascolto… appunto maieutico, ma anche di affinare il proprio spirito creativo con un approccio volto ad un problem solving innovativo, focalizzandosi sempre di più sul bisogno e non sul prodotto. Bisogna imparare a “ PENSARE DA CLIENTE… AGIRE DA PROFESSIONISTA ”.
D: “Qual è oggi la ragion d´essere di un uomo che si occupa di marketing? A cosa deve dare risposta?”
R: “Beh come domanda iniziale non è proprio male…. Quando si dice rompere il ghiaccio… Credo però che per rispondere alla tua domanda valga la pena riflettere per qualche istante su cosa sia oggi il marketing. Trovo affascinante quanto detto in proposito da Leavitt "Il marketing è diverso dalla vendita come la chimica dall’alchimia, l’astronomia dall’astrologia, gli scacchi dalla dama". Ma al di la delle definizioni canoniche, io penso che la sostanza del Marketing stia oggi come ieri nella necessità delle aziende, delle organizzazioni, dei professionisti di affermare il proprio carattere differenziale, in sostanza la risposta alla domanda “perche io?”, ovvero perché i miei stakeholders o ‘pubblici di riferimento’, dovrebbero scegliere me, premiare la mia offerta. Potremmo dirla con un motto che ho sentito una volta citato anche da te che emerge la necessità di “distinguersi per non estinguersi”.
D: “Nella crisi che attraversiamo quali sono le priorità di cui un´azienda deve tener conto?”
R: Trovare la propria ragion d’essere dovrebbe essere il cruccio essenziale di chiunque si trovi ad agire in un contesto fortemente competitivo, tanto più in un momento di crisi, dove l’offerta sembra sopravanzare di gran lunga la domanda. Per realizzare questo intento è necessario riflettere a fondo e con dovizia di particolari sul processo di missione-visione-obiettivi che sta al centro dell’elaborato strategico di un piano di marketing. Nella definizione di questa triade però non si può prescindere dall’esistenza di un prodotto e/o servizio che sia frutto di competenza, coerenza e costanza…. Insomma il modello che io ho battezzato come il modello del manager co.co.co, che evidenzia la mancanza di certezze incrollabili che è caratteristica della nostra epoca della nostra società.
D: “Cosa si intende per rapporto "maieutico" nella ricezione dei segnali dell´ambiente in cui il marketer vive ed opera?”
R: “Curiosità, vivacità e voracità intellettuale, passione per l’altro e per gli altri, buona predisposizione nei confronti del virtuale, apertura mentale, tanta tanta creatività e una discreta dose di olio di gomito…. questi sono alcuni requisiti salienti per tratteggiare il ritratto del marketer contemporaneo, non un tuttologo, si badi bene, ma uno specialista che si rende conto di agire sempre di più in un contesto…. Che sarebbe meglio definire un iper contesto. In comunicazione si dice che chi domanda-comanda, ma anche, e di questo si parla meno, chi ascolta- guida, in questo piccolo assioma mi pare ci sia una risposta sensata alla tua domanda”.
D: “Che direzione sta prendendo il marketing? Si sta evolvendo? Se si in quale direzione?”
R: “Panta rei… tutto scorre…. Ovvero non ci si bagna mai nello stesso fiume. Tutto cambia pare essere l’unica certezza in un mondo senza più paradigmi di riferimento stabili e ripetitivi. Anche il marketing si deve interfacciare con questo stato delle cose, stiamo andando sempre più spediti verso un rapporto paritario tra aziende e consumatori; parafrasando Fabris si può parlare oggi di consumATTORE, ma anche di consumAUTORE….in sostanza il consumatoRE che guida il rapporto tra sè e l’azienda. La funzione del marketer, ed attraverso di lui del marketing, è quella di sviluppare il senso dell’ascolto… appunto maieutico, ma anche di affinare il proprio spirito creativo con un approccio volto ad un problem solving innovativo, focalizzandosi sempre di più sul bisogno e non sul prodotto. Bisogna imparare a “ PENSARE DA CLIENTE… AGIRE DA PROFESSIONISTA ”.
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