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Google PageRank ha qualche segreto in meno


Roma - Google PageRank ha qualche segreto in meno: in una sessione di Q&A del gruppo Google Webmaster Help tenutasi negli ultimi giorni di ottobre, Matt Cutts, Maile Ohye e altri Google-man hanno risposto alle domande dell'utenza e (appunto) dei webmaster riguardo alcune questioni spigolose sulle modalità di ranking delle pagine web adoperate nell'algoritmo matematico più celebre di Internet.


La sessione non ha portato alla pubblicazione di nulla di trascendentale, né d'altronde PageRank è in sé portatore di verità universali ignote ai più, visto che è un marchio brevettato e documentato. Tuttavia le risposte collezionate sono servite a sciogliere certi dubbi su quello che realmente conta per scalare le classifiche di gradimento del mega-cervellone matematico di Google. E per contribuire a generarne altri, a dirla tutta.


Tra le risposte più interessanti vi è ad esempio quella che assicura il mantenimento del PageRank delle pagine anche in caso di errori HTML 301, vale a dire un redirect permanente dell'URL verso una nuova destinazione. Il PageRank rimane identico anche in caso di redirect ricorsivi, ma considerando che lo standard HTML 1.0 ne concede al massimo 5 in serie è il caso di non esagerare.

Il PageRank viene poi calcolato in maniera diversa all'interno di ogni ecosistema linguistico quando i contenuti vengono tradotti, dicono gli uomini di Google, e su questo probabilmente non occorreva una Q&A per fugare gli eventuali dubbi in proposito. L'algoritmo di ricerca negli indici di Mountain View viene modificato spesso? E quanto spesso? "Tanto" è la prevedibile risposta, lo scorso anno i tweak sono ammontati a oltre 450.Conta la velocità con cui una pagina viene caricata nel calcolo del PageRank? Sì, probabilmente conta parecchio, anche se i Google-man non lo dicono in maniera esplicita.


Così come affermano, tra le righe, che se il post di un blog ha tanti commenti viene classificato prima nei risultati di ricerca e che meno link sono presenti su un sito più gli URL di destinazione dei detti link varranno all'interno degli indici calcolati sulla base di PageRank.Tra le considerazioni che meno risultano chiare vi è la questione sul "se" e "se sì, quanto" l'età virtuale di un sito web influenza la sua posizione all'interno delle ricerche.


In questo caso i G-man prima sostengono che "sì, se il tuo dominio è stato credibile per anni la cosa può aiutare" e che acquistare un nuovo dominio, trasferirvi i propri contenuti e sperare di avere lo stesso PageRank di sempre è mera utopia. Poi, però, contraddicendo quanto espresso in precedenza rivelano che "nella maggioranza dei casi la cosa non ha importanza, perché vogliamo presentare le migliori informazioni, non solo quelle più vecchie".Alfonso Maruccia

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