Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2009

GUERRILLA MARKETING? A che serve il Guerrilla Marketing???

GUERRILLA MARKETING?     “ Ho capito che noi non abbiamo clienti. 
Tutto ciò che abbiamo sono fan appassionati, i ducatisti! 
Se penso ai nostri fan, non riesco a individuare dei segmenti. 
Probabilmente l’unica cosa che hanno in comune è Ducati. ” Federico Minoli 
Presidente e AD di Ducati ____________________________________________________ A che serve il Guerrilla Marketing??? Considerazioni sul Marketing nell’era del Web 2.0. Il consumatore è cambiato!!! È autonomo, informato e competente, ha maturato una accurata conoscenza dei prodotti e sa implementare metodi e prassi per una scelta più consapevole, ha innalzato in maniera sostanziale il suo livello di esigenza in relazione alla qualità ed al servizio. Nella scelta coinvolge tutte le dimensioni tangibili, intangibili ed emozionali.
Il consumatore post-moderno si stupisce sempre più difficilmente, appare piuttosto disilluso, meno ingenuo. È sempre più selettivo e sempre meno subordinato alla marca. Gra

Cellulare, webcam e proiettore e col web i sensi diventano sei

Creato al Mit il prototipo di un dispositivo, costato 300 euro, capace di farci interagire con gli oggetti in modo "totale". Come in "Matrix" la realtà virtuale su superfici reali di VITO D'ERI Un TELEFONINO, una webcam, un mini proiettore e, soprattutto, una connessione web. In tutto 300 euro di spesa, ovvero quanto hanno speso gli studenti e iricercatori del gruppo "Fluid Interfaces" del MIT Media Lab nel Massachusetts per mettere a punto un dispositivo indossabile in grado di trasformare qualsiasi superficie in uno schermo interattivo. Una sorta di senso per l'uomo. Sì, perché lo scopo di questa combinazione hi-tech è quella di fornire un supporto informativo accessorio a quello sviluppato dai cinque sensi, sfruttando l'immenso bacino di informazioni e conoscenze offerto dal web.  Ecco come fun

Facebook: un mondo senza suicidi!

In gergo la cancellazione di un account Facebook viene chiamata “suicidio”, ed è sempre virtualmente possibile, dico virtualmente perché nella realtà non è proprio così. Qualche settimana fa, dopo una breve esperienza in Facebook, ho deciso di cancellare il mio account, devo dire che mi sono fatto condizionare abbastanza da un articolo apparso su  The Guardian , che potete trovare in italiano  QUI . Pochi minuti dopo la cancellazione mi arriva una email di Facebook con la quale mi confermano il completamento dell’operazione e mi avvertono gentilmente, che in qualsiasi momento posso “resuscitare” inserendo la mia login e password… Beh la verità è che i miei dati non sono mai stati veramente cancellati, e ciò avviene proprio perché sono quelli che interessano a Facebook e non sono così stupidi da farli sparire in un secondo. E leggendo la loro politica privacy (piuttosto contorta e poco chiara) ti avvertono che: “ Anche dopo la rimozione dei contenuti dal sito, questi potrebbero rimanere